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Beh... la premessa è... i ladri nn possono rubare l'amore... ma spesso l'amore rende ladri... Cercate di vivere la vita e goderne della sua felicità... e poi... se vi stuzzica la curiosità... seguitemi!!!

12 luglio 2017

Foto di classe










Avvertivano qualche giorno prima: il bidello faceva il giro delle classi per dire che il fotografo della scuola sarebbe venuto il tale giorno per fare le foto di fine anno.

Tutti gli scolari si ripromettevano di essere presenti per quella data, e le ragazze si facevano stirare il grembiule.


Poi, il giorno prescelto, si scendeva nel cortile della scuola, dove il fotografo aveva già predisposto un angolo strategico, sfruttando gradini e muretti per sistemare gli scolari in modo che tutti si vedessero bene nella foto: davanti i più bassi, dietro gli alti, e in mezzo, graziosamente seduti, il preside e la “prof” di lettere.

C’era una certa solennità nei preparativi, anche se qualche spiritoso minacciava di fare le corna sulla testa del compagno più basso.


Lo diceva, ma in realtà non osava, perché anche lui era conscio dell’importanza di quella foto che fermava nel tempo un’epoca e che sarebbe stata conservata per tutta la vita.

La “prof” di lettere si metteva un velo di cipria che, a dire il vero, non migliorava molto il suo aspetto di donna senza età e, nel mettersi in posa, reclinava un po’ la testa cercando di apparire vezzosa, ma con scarsi risultati.


Il preside, che detestava quella corv­­ée di foto con tutte le scolaresche, se ne stava seduto con espressione torva e severa, tenendo le mani appoggiate sulle ginocchia.

Accanto alla coppia “preside-prof” c’erano le ragazze più bassine, in piedi o alcune volte sedute anche loro.

Sembravano un po’ emozionate da quella postazione attigua al potere, e i loro sorrisi erano piuttosto tirati, anche se qualcuna più disinvolta metteva un piedino in diagonale, per darsi un po’ di tono e per sottolineare la sua acerba femminilità.


Dietro, i sorrisi degli scolari erano più autentici perché i ragazzi si sentivano protetti dal gruppo, e anche se non osavano farsi le corna, qualche gomitata ci scappava.

Tra le ragazze più alte, confinate nell’ultima fila, c’era sempre la bella della classe, con il grembiule strategicamente sbottonato e i capelli sistemati secondo la moda del momento, con l’onda sull’occhio alla Veronica Lake o il tirabaci alla Gina Lollobrigida e, qualche anno più tardi, la cotonatura stile Brigitte Bardot.


“Fatto”, declamava il fotografo, e il gruppo si scioglieva, il preside si allontanava con aria altera, e la “prof” ordinava ai ragazzi di rientrare in classe, cercando di non fare baccano perché si era in pieno orario di lezioni.

Poi, qualche giorno dopo, le foto arrivavano; grandi e in bianco e nero, venivano distribuite e commentate in modo più o meno crudele, con i ragazzi che facevano la classifica delle più carine e delle più racchie e tutti ridevano dell’aria melensa della “prof”.

Infine, c’era la cerimonia delle firme da apporre sul retro, spesso con dediche più o meno colte, in pieno stile liceale.


E, finalmente, quelle foto erano pronte per il lungo e buio soggiorno in qualche cassetto, in attesa di essere guardate nel corso della vita con una nostalgia sempre più forte…











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